martedì 10 gennaio 2017

Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)

di Lydia Gaziano

Come il naufrago Ulisse che, abbarbi­cato allo scoglio, ferito e pur vivo, resi­ste alle onde che su di lui si abbattono incessanti e rabbiose, sono i pochi che tuttora, all’avanzare del brutto e del vile, rialzano la testa per dire no, no e ancora no. Alziamo un argine al ba­ratro incalzante. Ma, per fortuna, avan­za piano, ma deciso, il drappello dei dissidenti, degli anticonformisti, di chi al facile plauso preferisce il consenso intelligente dei pochi e Tommaso Ro­mano ne raccoglie i pensieri, le cita­zioni, le massime. “Io son Cavaliere.
Tale io verrò e morrò, se a Dio piacerà. Io cammino nell’aspro sentiero della Cavalleria errante e disprezzo le ricchezze, ma tengo in gran con­to l’onore. Ho vendicato ingiurie, ho raddrizzato torti, ho castigato in­solenze. Non ho intenzione che non sia retta, e penso soltanto a fare a tutti del bene (Miguel de Cervantes)”. “La generosità non è altro che la pietà delle anime nobili (Nicolas de Chamfort). “Un gentiluomo è esi­gente con se stesso, un uomo volgare con gli altri (Confucio)”.
“I nostri avi, i Romani, avevano notoriamente un’autentica predilezio­ne per il concetto stesso dell’onore, che nasceva principalmente dal comportamento dell’individuo, evidentemente più degli altri rispettoso delle leggi e leale verso il prossimo, quandanche si trattasse del nemico in guerra (Guglielmo Bonanno di San Lorenzo)”. “Si è nobili solo quando si è esemplari nell’Applicazione della legge di Dio (J. Diego Ortega)”. “Unite le vostre forze perché siano destinate alla costruzione del futuro. Coltivate le vie della rettitudine e la nobiltà di spirito, pro­muovete e lavorate con risoluzione (Hirohito, imperatore del Giappo­ne)”. “Più gli uomini si sentono uguali, più facilmente tollerano di esse­re trattati come pezzi intercambiabili, sostituibili e superflui. L’ugua­glianza è la condizione psicologica preliminare delle carneficine fredde e scientifiche (Nicolas Gomez Davila)”.
“Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono so­lo illusioni, delle quali non possono fare a meno. Da sempre la prefe­renza va al surreale rispetto al reale, l’irreale agisce su di esse con la stessa forza che il reale. Hanno un’evidente tendenza a non distinguere l’uno dall’altro (Sigmund Freud).”
E’ dei grandi della cultura mondiale l’inno alla nobiltà, alla bellezza, alla magnificenza: Platone, Seneca, Dante Alighieri, Ludovico Ariosto, Miguel de Cervantes, Stendhal. Un unico grido s’innalza da tante voci diverse: coraggio, coraggio e ancora coraggio, via dal baratro della vil­tà. Il “Professore” fa certamente sfoggio della diversificata cultura ac­quisita fra i tanti studi e letture compiute. Lancia, dunque, un appello a chi sa e può approdare ad una presa di coscienza in tempi in cui la cul­tura non è certo morta, ma rischia l’indeterminatezza e lo smarrimen­to fra tante voci discordanti e non sempre consone. E si riferisce alla cultura classicamente intesa, come a quella antropologica. (L.G.) Tommaso Romano, Elogio della Distinzione Aristocrazia, cavalleria, Nobiltà, Stile in tempo di barbarie. Florilegio di Autori con un Saggio di Amadeo- Martin Rey y Cabiese. 
da: "Palermo Parla", nà 102, Dicembre 2016

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